Il Tau, segno francescano
Una lettera dell’alfabeto greco ed ebraico colpisce san Francesco, che la usa e la fa sua in diverse occasioni.
Chiunque si accosti al variegato mondo francescano si accorgerà del riemergere, ogni tanto, di un segno caratteristico, usato nelle forme più diverse, che è il segno del Tau.
Tau è il vocabolo che, nell’alfabeto greco ed ebraico, indica la lettera T e che si scrive proprio come la T maiuscola dell’alfabeto latino da noi usato. La forma di questa lettera, che richiama la croce, ha colpito Francesco d’Assisi, che l’ha usata e fatta sua in diverse occasioni.
La testimonianza più significativa di questo uso da parte del santo sta nell’autografo di Francesco conservato oggi nella Basilica di Assisi.
In questo piccolo biglietto Francesco stesso ha tracciato un grande Tau, che campeggia al centro della benedizione a frate Leone su una delle due facciate della pergamena. In quel biglietto non è importante solo il testo, che riprende una benedizione biblica, ma anche l’immagine, che è proprio il segno del Tau che sembra ergersi sulla cima di un monte, andando a toccare una testa (che potrebbe essere quella di Leone, così benedetto dal segno di Francesco).
Almeno in un altro scritto ha usato il segno Tau per firmare: è la lettera a tutti i chierici che, pur essendo andata perduta nell’originale, ha conservato il disegno del Tau nella più antica copia, trascritta in un messale del monastero benedettino di Subiaco.
Anche i biografi hanno notato la simpatia di Francesco per questo segno: Tommaso da Celano, nel trattato dei miracoli, così afferma: ”Familiare gli era la lettera Tau, fra le altre lettere, con la quale soltanto firmava biglietti e decorava le pareti delle celle”. Possiamo trovare conferma a questa notizia nella piccola decorazione dipinta, che risale alla mano di Francesco e che si conserva ancora nella Cappella di Santa Maria Maddalena a Fonte Colombo.
Tra le biografie va citata anche la Leggenda Minore di San Bonaventura dove si rivela che “l’uomo di Dio venerava questo segno (Tau) e gli era molto affezionato, lo raccomandava spesso nel parlare, con esso dava inizio alle sue azioni o lo scriveva di propria mano sotto quei bigliettini che inviava per motivi di carità, quasi che tutto il suo impegno fosse, come dice il Profeta, nel segnare il Tau sulla fronte degli uomini che gemono e piangono, convertendosi a Cristo sinceramente”.
Bonaventura, da grande teologo, indica subito lo sfondo e le radici bibliche dell’utilizzi del Tau da parte di Francesco; egli cita espressamente un testo del profeta Ezechiele (9,2): “Và attraverso la città, và atraverso Gerusalemme e traccia il segno del Tau sulla fronte di quegli uomini che sospirano e gemono a causa delle abominazioni che ivi commettono”.
Secondo il testo profetico tale segno, impresso per comando di Dio su un esiguo gruppo di giusti, contraddistingue coloro che verranno salvati dallo sterminio cui tutti gli altri abitanti di Gerusalemme sono destinati per le loro iniquità.
In questo testo del profeta Ezechiele il Tau è dunque un segno di salvezza e con tale valenza di salvezza e di benedizione viene utilizzato anche da Francesco e certamente posiamo pensare che la forma del Tau, che richiama la croce, sia stata oggetto di ammirazione per Francesco, che avrà trovato una stupenda convergenza tra il testo di Ezechiele, che parla del Tau come segno di salvezza, è la realizzazione di tale salvezza operata dalla croce del Signore.
Sappiamo infatti come Francesco fosse sensibile alla valenza simbolica di molti segni e, più ampiamente, di ogni realtà a partire dal sole che “de Te altissimo porta significazione”, per passare a tutte le creature.
Anche un segno come il Tau, con il suo immediato riferimento alla croce, non poteva passare inosservato a tale attitudine simbolica, tipica della spiritualità di Francesco.
Bonaventura, tra tutti i biografi, più di ogni altro ci indica il significato del Tau nella croce di Cristo, con le parole che stanno verso la conclusione della Legenda Maior e che seguono al racconto dei miracoli di Francesco, l’ultimo dei quali operato con il segno del Tau: “Ma ecco: mentre la nostra mente, distratta dai fatti narrati, indugia ora su l’uno ora su l’altro dei miracoli compiuti dal beato padre, si è incontrata nuovamente, sotto la guida di Dio, con il Tau, cioè con il segno della salvezza. Ciò è avvenuto per i meriti di Francesco stesso, glorioso alfiere della croce, e ci permette di rilevare che la croce è divenuta la più solida testimonianza della gloria che ora egli gode, trionfando con Cristo in ciel, così come era stata la causa dei suoi meriti eccelsi e della sua salvezza, quando seguiva la milizia di Cristo, qui sulla terra”.
Il significato vero del Tau, ci ripete Bonaventura, altro non è che la croce di Cristo, che ha segnato la mente e il cuore di Francesco.